Ricette e curiosità

 Le Cassatelle di ricotta e le "Pardules"

20 Aprile 2020 

La Sicilia, come sappiamo, nel corso dei secoli è stata terra di conquista da parte di popoli diversi, ognuno dei quali ha lasciato la sua impronta. Strati di cultura sovrapposti, diversità che si riscontrano anche in campo enogastronomico, basta pensare a quanti dolci diversi ci sono da una provincia all'altra. Nelle scorse settimane, in laboratorio, abbiamo preparato dei dolci tipici delle festività Pasquali che qui a Zafferana  Etnea e nel ragusano chiamiamo cassatelle.
Navigando sul web, abbiamo notato come con questo nome nelle altre provincie si intenda un dolce diverso.

La forma di questo dolce però la ritroviamo fuori dall'isola, in un'altra isola...scusate il gioco di parole... si tratta delle "Pardulas o Pardule", tipici dolcetti Sardi anch'essi preparati per la Pasqua.
Le origini delle pardulas-formaggelle-casadinas, sembra risalgono ai dolci al formaggio che venivano preparati nella Grecia di epoca classica (V-IV secolo A.C) .
Ecco quindi trovata l'origine comune di questa specialità.
A seguire la ricetta per preparale in casa...Buon lavoro! 

Per la sfoglia

500g semola,100g burro o strutto, 200ml acqua tiepida.

Per il ripieno

500g formaggio fresco di pecora leggermente acido non salato o ricotta fresca di pecora, 180g zucchero, 100g farina, 1 uovo, 1 tuorlo, scorza grattugiata di un limone.

Procedimento

  • Per il ripieno: passare in un tritacarne o in un passaverdura il formaggio.
  • In una bacinella versare il formaggio frantumato insieme alle uova, la farina, lo zucchero e la scorza di limone grattugiata. Impastare finché il composto risulta omogeneo.
  • Per la sfoglia: formare una fontana con la semola, aggiungere il burro ammorbidito e pian piano l'acqua tiepida creando un impasto di media consistenza, come quello per la pasta all'uovo.
  • Stendere la sfoglia con uno spessore di circa 2mm e ricavarne delle forme rotonde con un coppapasta dal diametro di 10cm circa.
  • Aiutandosi con le dita, creare dei pizzicotti attorno al cerchio di pasta ottenendo una forma a stella. Immettere all'interno del cestino appena creato l'impasto del ripieno aiutandosi con un cucchiaino o una sacca da pasticcere.
  • Adagiarli su una teglia con carta da forno. Cuocere a 180°C per circa 20min. Sono pronti quando risulteranno belli dorati, color arancio.

"U panaru" e l'arte dell'intrecciare

03 Agosto 2019

"U Panaru", (pl. Panara), è un cesto intrecciato di vimini, olmo, canne, ulivo o qualsiasi altro materiale simile e flessibile, munito di manico ad arco per agevolarne il trasporto. Nella tradizione contadina siciliana , a seconda dei formati e delle dimensioni, veniva utilizzato come contenitore con scopi differenti. Per la raccolta degli agrumi o per la vendemmia, ogni contadino aveva il suo "Panaru" che riempiva direttamente dall'albero e poi andava a svuotare nei centri di raccolta disposti lungo le "rasole" all'interno delle "cofane". Quest'ultime erano dei contenitori, sempre di materiale intrecciato, ma di dimensione più grande. L'arte dell'intrecciare era un vero e proprio mestiere che si tramandava oralmente da padre in figlio. Ormai sono in pochi ad aver avuto la fortuna di ereditare tale maestria, in quanto con l'avvento della plastica, tutti i manufatti intrecciati, utilizzati in agricoltura, sono stati sostituiti da contenitori in materiale sintetico, disponibili in larga scala e quindi a prezzi più competitivi. Se da un lato c'è stato chi ha realizzato un risparmio e chi un guadagno in termini economici, da un altro lato sicuramente è stato l'ambiente che ne ha pagato il conto e caro prezzo.
Si è diffusa anche l'idea che i contenitori in plastica fossero più duraturi, un'illusione, in quanto io che sono nipote di contadini, vi assicuro che ho visto tanti contenitori di plastica danneggiati e finiti in differenziata mentre la mia famiglia, conserva ancora oggi damigiane e bottiglioni, rivestiti di canne ed olmo, intrecciati dai miei bisnonni e trisavoli. In famiglia l'unico che ha appreso l'arte d'intrecciare è mio padre. In inverno pratica quest'obi davanti al caminetto acceso per sfuggire alla noia. Ci vogliono ore ed ore prima di vedere realizzato un cestino. Prima di iniziare a intrecciare è necessario procurarsi il materiale. Si tratta di rametti di olmo od ulivo e canne che dopo essere stati raccolti e ripuliti dal fogliame, vengono selezionati per dimensione e posti a bagno con dell'acqua per rederli flessibili. 
Il risultato è puro artigianato, delle vere opere d'arte, apprezzate da pochi intenditori, che al loro interno custodiscono un sapere tramandato da secoli. Da qualche anno mio nipote ha iniziato a prendere lezioni, quindi nella nostra famiglia quest'arte vivrà ancora e come fatto fin'ora esporremo e valorizzeremo le nostre eccellenze all'interno dei nostri "Panara"!!!

Alessandra Privitera.


Tutti i benefici delle Mandorle Siciliane

17 Luglio 2019

Tutta la frutta secca, in particolare le mandorle, ha tantissime proprietà benefiche per il nostro organismo. Ricche di fibre, le mandorle infatti favoriscono il transito intestinale e i micronutrieti, con alto potere antiossidante, aiutano la memoria e risanano i tessuti celebrali. Anche nel campo della bellezza sono delle alleate preziose, l'olio di mandorle che ne viene estratto ricco di vitamina E,B e sali minerali viene utilizzato come rimedio per capelli spenti e per idratare con massaggi la pelle eliminando le cellule morte. Consumare quindi quotidianamente questo alimento sicuramente porterà tanti benefici.

INGREDIENTI:

  • 500 ml di crema di latte

  • 3 tuorli d'uovo

  • 100 g. di zucchero

  • 200 g. di croccante alle mandorle

  • 100 g. di Cioccolato fondente

  • 20 g. di acqua 

  • 1 pacco di foglie da tè alla mandorla da 130 g.

  • Qualche zolletta di zucchero e alcool puro a 95 % per decorare

Con un coltello a lama larga ridurre in scaglie il croccante. Montare e pastorizzare i tuorli con lo zucchero.
Montare la crema di latte e quando i tuorli si saranno raffreddati miscelare insieme, unendo solo alla fine il croccante. Disporre il composto ottenuto in uno stampo da plumcake, livellare con il dorso di un cucchiaio e porre in freezer per ameno 12 ore.
Al momento di servire, preparate la salsa sciogliendo il cioccolato fondente a bagnomaria insieme a 20 g. di acqua.
Tagliate il semifreddo a fette dallo spessore di 2 cm, disponete nei piattini e cospargete la salsa di cioccolato ancora tiepida. Immergete le zollette di zucchero per qualche istante nell'alcool, fin quando non si saranno ben inzuppate. Guarnite ogni fetta con una foglia da tè alla mandorla, una zolletta di zucchero e con un fiammifero accendete prima di portare a tavola.

Parfait alle mandorle

6 Luglio 2019

Nella pasticceria siciliana, che regna sovrana in tutto il mondo, invidiata, scopiazzata, musa ispiratrice dei più grandi Maestri Pasticceri, sono diversi gli ingredienti nobili ma la regina resta pur sempre lei la Mandorla. Oggi vi proponiamo un dolce di grande effetto: il parfait alle mandorle ovvero un semifreddo che conquisterà i vostri ospiti già alla vista. Per stupire ancora di più, guarnite ogni porzione con una foglia da tè alla mandorla e il successo sarà amplificato.

Buona preparazione!!!



INGREDIENTI:

  • 500 ml. di crema di latte
  • 5 tuorli d'uova fresche
  • 8 cucchiai cucchiai di zucchero
  • 200 g. di formaggio fresco spalmabile
  • 200 g. di biscotti "Rocce dell'Etna"
  • 80 g. di Burro 
  • 150 g. di albicocche
  • 1 cucchiaio di farina di semi di carrube
  • qualche fogliolina di menta per decorare.

Per prima cosa sbriciolate con un batticarne le Rocce dell'Etna e trasferitele in un recipiente, unite il burro fuso e mescolate fino a quando otterrete un composto omogeneo.
Trasferite il composto sul fondo di uno stampo a cerniera e iniziate a livellare con il dorso di un cucchiaio. Quando il fondo sarà uniforme trasferite il tutto in frigorifero.
Montate e pastorizzare i tuorli con 6 cucchiai di zucchero e la farina di carrube e fate raffreddare.
Montate la panna, unite il composto di tuorli, il formaggio e amalgamate il tutto con molta delicatezza.
Infine versate il composto nello stampo e fate riposare in frigorifero per almeno 4 ore.
Nel frattempo lavate e pulite le albicocche, frullatele nel mixer e disponetele in un pentolino con 2 cucchiai di zucchero. Ponete sul fuoco a fiamma dolce continuando a mescolare.
Fate bollire fin quanto la salsa si sarà addensata. Fate raffreddare e poi versate sulla torta che nel frattempo avrete tolto dallo stampo.

Decorate a piacere con albicocche e foglioline di menta prima di servire perché ricordiamoci sempre che sono i dettagli che fanno la differenza...alla prossima!




Cheesecake con salsa di albicocche

28 Giugno 2019

Oggi vi proponiamo un dolce, della tradizione Statunitense le cui origini risalgono molto indietro nel tempo, la Cheesecake. Le prime tracce della torta al formaggio, si hanno addirittura all'epoca delle olimpiadi degli antichi Greci già nel 776 a.C. Si trattava di un dolce molto energetico che veniva servito agli atleti prima delle gare.
La nostra Cheesecake è preparata senza l'uso di gelatine vegetali o animali, chi ci segue sa quanto siamo attenti a reperire materie prime locali e naturali. Per addensare la crema di questa torta, abbiamo utilizzato la farina di semi di carrube, selezionata presso un nostro fornitore di Ragusa, provincia in cui è molto concentrata la coltivazione di questi frutti. 
Tra gli ingredienti, trovate le nostre "Rocce dell'Etna" che abbiamo utilizzato per la preparazione del fondo della torta, conferendo una nota permettetemi Sicula vista la presenza dei pistacchi di Bronte e delle Mandorle di Avola.

Buona preparazione!!! 



CIOCCOLATO DI MODICA, 
in Gazzetta ufficiale riconosciuto il marchio Igp

18 Giugno 2019

Il Cioccolato di Modica, diffuso nel XVI secolo in tutta la contea, viene ancora oggi lavorato a basse temperature così come previsto dall'antica ricetta Azteca tramandata dagli Spagnoli. Tale tecnica di lavorazione non prevedendo la fase del concaggio, fa si che la massa di cacao e lo zucchero semolato vengano amalgamati senza aggiunta di altro burro di cacao oltre a quello contenuto dalle fave. Grazie a questa lavorazione artigianale in ogni tavoletta sono preservate tutte le componenti organolettiche delle fave di cacao monorigine utilizzate. 
Finalmente dopo un lungo iter iniziato nel 2010 è stato riconosciuto il marchio Igp per questa eccellenza siciliana esportata in tutto il mondo.

"MENNULI AGGHIAZZATI"   

 06 Giugno 2019

"I mennuli agghiazzati" letteralmente -mandorle ghiacciate- per via dello zucchero che le riveste, non sono altro che mandorle pralinate, uno dei dolci tipici siciliani più conosciuti ed apprezzati che non manca mai sulle bancarelle delle sagre e delle feste di paese. Pochissimi sono gli ingredienti, e come tutte le cose semplici, hanno sempre un gran successo. Tale prelibatezza è capace di catturare la gola anche delle persone più critiche che non danno mai soddisfazione, ma che sicuramente apprezzano, denominate per questo anche "astuta soggira" ovvero "addormenta suocera".

Di seguito la ricetta, buona preparazione.

INGREDIENTI:

  • 200 g. di mandorle sgusciate
  • 200 g. di zucchero semolato
  • 3 cucchiai d'acqua
  • a piacere un pz. di cannella

Porre lo zucchero, l'acqua e la cannella in un tegame e mettere sul fuco a fiamma dolce. Tostare le mandorle in forno a 200° per 8 minuti. Quando lo zucchero si sarà sciolto togliere il tegame dal fuoco, unire le mandorle continuando a mescolare fino a quando si formerà su di esse la pralinatura. Disporre le mandorle ancora calde su un foglio di carta oleata. Aspettare che si raffreddino prima di servire. 
Conservare in luogo fresco e asciutto, l'ideale è all'interno di un barattolo di vetro o di una scatola di latta anche se dubito che ne resteranno...alla prossima ricetta.